Il cristallino è una lente posta all'interno dell'occhio che ha un potere di circa +18 diottrie.
È costituito:
- da una parte centrale chiamata nucleo;
- da una parte periferica (corticale anteriore e posteriore);
- da un involucro chiamato capsula.
Il cristallino serve a mettere a fuoco sulla retina l'oggetto fissato. Quanto questa lente perde la tua trasparenza, con una significativa riduzione della funzione visita (cioè con un calo della vista) si parla di cataratta.
Opacità localizzate della lente, che non interferiscono sulla visione, vengono più comunemente definite opacità lenticolari.
È una malattia antica quanto l'uomo e da sempre costituisce la prima causa di cecità.
Secondo stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, su 39 milioni di ciechi presenti nel mondo, più della metà sono dovuti a questa patologia.
L'intervento di cataratta è oggi quello più eseguito in campo medico. Nei Paesi più industrializzati il numero di interventi per milione di popolazione è di circa 8.000 l'anno. In quelli in via di sviluppo, invece, il numero di interventi può variare da 200 a 500 per milione di abitanti.
Classificazione della Cataratta
Cataratta Senile
Strettamente legata all'invecchiamento, è di gran lunga la forma più frequente. Una progressiva e lenta perdita di trasparenza del cristallino è tipica dell'età avanzata; infatti opacità più o meno isolate del cristallino, che interferiscono o meno con la visione, sono presenti in oltre il 60% dei soggetti con più di 70 anni.
Le cause non sono ben conosciute, ma sicuramente sono da ricondurre ad alterazioni metaboliche legate all'età. Quando insorge più precocemente, nella quarta o quinta decade di vita (40-50 anni), si parla invece di cataratta presenile.
Come dice il nome stesso, si tratta delle forme di cataratta presenti alla nascita o che compaiono nei mesi successivi. Possono colpire uno o entrambi gli occhi.
La cataratta congenita può colpire in modo:
- totale;
- localizzato;
- variamente esteso e denso.
Quando la cataratta crea un ostacolo alla percezione visiva (ostacolando i raggi della luce), l'insorgenza di un'ambliopia (occhio pigro) - un deficit visivo permanente dovuto a insufficiente stimolazione funzionale - è inevitabile dopo il terzo-quarto anno di vita. Per questo motivo sono indispensabili non solo una diagnosi precoce, ma anche un sollecito intervento chirurgico e un'adeguata correzione ottica. Le opacità congenite possono restare stazionarie, ma possono pure peggiorare nel corso degli anni.
I sintomi sono di lieve entità a meno che non si tratti di una forma totale, nel qual caso, oltre alle evidenti difficoltà visive del bambino, si avranno:
- leucocoria (aspetto bianco della pupilla);
- movimenti a scosse/oscillatori degli occhi (nistagmo).
Se la cataratta è monolaterale, cioè colpisce un solo occhio, può insorgere uno strabismo.
Le cause più frequenti di cataratta congenita sono:
- fattori genetici;
- raggi X;
- assunzione di farmaci in gravidanza (cortisonici, sulfamidici);
- alterazioni metaboliche - della madre (diabete, ipotiroidismo, carenze alimentari);
- del feto;
- nascita prematura.
La causa più frequente è data dalle infezioni contratte dalla madre in gravidanza, prima fra tutte la rosolia.
Infine possono provocare cataratta congenita anche le seguenti malattie:
- l'herpes sistemico;
- la parotite;
- la varicella;
Cataratta Complicata
Con questo termine si intendono definire le cataratte che insorgono a causa di una malattia del bulbo oculare.
Le patologie oculari che possono dare origine a questo tipo di cataratta sono:
- iridociclite (la più frequente);
- uveiti posteriori;
- glaucoma acuto;
- miopia elevata;
Cataratta associata ad altre malattie
Il diabete è una malattia nel corso della quale insorge più frequentemente la cataratta. Infatti il rischio che corre il diabetico è quattro volte superiore a quello di un soggetto non diabetico. In questo caso la cataratta è simile a quella senile.
Si differenzia per il fatto che colpisce:
- soggetti più giovani;
- presenta un decorso clinico più rapido.
Nei soggetti diabetici giovani e con forte scompenso della glicemia (alterazione dei livelli di zuccheri nel sangue) si può avere una forma che colpisce entrambi gli occhi (bilaterale), a decorso quasi acuto, che porta ad una opacizzazione totale del cristallino. Si tratta, comunque, di una manifestazione molto rara. Alcune malattie cutanee si possono associare alla cataratta: dermatite atopica, sclerodermia e poichilodermia.
I cortisonici (corticosteroidi) somministrati per lunghi periodi. È stato calcolato che sono necessari uno o due anni di terapia continuativa. Naturalmente influiscono anche il dosaggio e una certa suscettibilità individuale;
I miotici, utilizzati sotto forma di colliri per trattare il glaucoma, possono indurre cataratta dopo una lunga terapia.
Cataratte Traumatiche
La cataratta che insorge in seguito a un trauma oculare non è una forma rara. Di solito colpisce un solo occhio (è monoculare) e può essere sostenuta da:
- traumi contusivi;
- ferite perforanti.
Evoluzione della Cataratta
Il decorso della cataratta è, nella maggior parte dei casi, non prevedibile. Normalmente la sua evoluzione è lenta. Quando la perdita della trasparenza diventa estesa, uniforme e compatta si parla di cataratta matura, con marcata riduzione del visus.
Non intervenendo si giunge alla cataratta ipermatura, evento che complica la riuscita dell'intervento chirurgico e che può essere responsabile dell'insorgenza di altre patologie a carico dell'occhio.
Non aspettare troppo prima di farti operare!
Sintomi della Cataratta
La cataratta è caratterizzata da una lenta e progressiva riduzione dell'acuità visiva non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi.
Il soggetto si lamenta di vedere annebbiato, con alterazione della sensibilità al contrasto e della percezione dei colori (gli oggetti appaiono ingialliti).
Il visus può variare a seconda della quantità di luce ambientale e, di conseguenza, a seconda delle variazioni pupillari. Se l'opacità è centrale, ad esempio, il paziente vedrà meglio di sera (c'è la dilatazione delle pupille).
In alcuni casi si può verificare che, in seguito alla cataratta, insorga una miopia (processo definito di miopizzazione), che nell'anziano annulla la presbiopia: poiché riesce a leggere senza occhiali pensa erroneamente
ad un miglioramento della vista.
Possibili altri disturbi sono l'abbagliamento e la diplopia (visione doppia) monoculare.
Per diagnosticare la cataratta è necessario l'esame oculare alla lampada a fessura con dilatazione delle pupille dopo l'instillazione di uno speciale collirio. Con la semplice illuminazione dell'occhio non si riesce a osservare il cristallino, a meno che non si tratti di una cataratta bianca totale.
Terapia
1. Medica
È stata molto diffusa in passato, sino agli inizi degli anni '80, con l'instillazione di colliri più volte al giorno per lunghi periodi. Lo scopo era quello di stabilizzare, o quanto meno non far progredire le opacità della lente.
Nessuna, però, delle numerosissime sostanze commercializzate si è poi realmente mostrata efficace contro la cataratta.
2. Chirurgica
È l'unica terapia veramente efficace e quella che, allo stato attuale, dà i risultati migliori contro la cataratta. Negli ultimi venticinque anni ha fatto registrare dei progressi così importanti da divenire l'intervento più eseguito in medicina in tutto il mondo.
I momenti fondamentali di questo successo sono stati:
- l'impianto di una lente intraoculare (IOL) in sostituzione del cristallino
- colpito da cataratta;
- l'uso del microscopio operatorio;
- la disponibilità di specifiche sostanze ("viscoelastiche") per il mantenimento degli spazi fra le strutture oculari in corso di intervento;
- l'utilizzo degli ultrasuoni per frammentare la cataratta ("facoemulsificazione")
- l'avvento dello YAG laser, un apparecchiatura che ha permesso di ovviare ambulatorialmente e in modo non traumatico all'insorgenza della cataratta secondaria dovuta all'opacizzazione della capsula posteriore (membrana che riveste il cristallino posteriormente).
- le odierne tecnologie consentono di personalizzare l'intervento di asportazione della cataratta utilizzando lentine intra-oculari in grado, qualora sussistano le necessarie condizioni, di eliminare l'uso degli occhiali dopo l'intervento chirurgico. Tale chirurgia richiede l'adozione di sofisticati accertamenti preventi eseguiti da un approfondito colloquio con il proprio oculista di fiducia al fine di discutere la personale attitudine a tollerare la correzione adottata mediante tali tecniche.
L'intervento di cataratta è attualmente un'operazione chirurgica eseguibile ambulatorialmente, utilizzando un semplice collirio come anestetico, con recupero funzionale quasi immediato. Ciò non deve però indurre a credere che tutto sia estremamente semplice e che non esistano rischi.
Si tratta, infatti, di un intervento di microchirurgia estremamente sofisticato che richiede un lungo apprendistato da parte del chirurgo e un livello di attenzione nella preparazione, esecuzione e controllo molto elevato dopo l'operazione chirurgica.
Complicanze
La conseguenza più temibile è l'infezione delle strutture interne dell'occhio (endoftalmite post-operatoria) dovuta a germi patogeni che possono entrare nel bulbo durante o dopo l'intervento.
La conseguenza più temibile è l'infezione delle strutture interne dell'occhio (endoftalmite post-operatoria) dovuta a germi patogeni che possono entrare nel bulbo durante o dopo l'intervento.
Se non si interviene tempestivamente e adeguatamente può portare alla perdita funzionale dell'occhio. Per fortuna la sua frequenza è relativamente bassa: 4 casi circa ogni 1000 interventi.
Altra complicanza temibile e non del tutto rara è la rottura della capsula posteriore. Si tratta di un inconveniente in corso di intervento, che può determinare lo scivolamento di frammenti di cataratta nel liquido gelatinoso contenuto nel bulbo oculare (corpo vitreo).
Un'attenta gestione della complicanza da parte del chirurgo riduce al minimo i rischi di riduzione della funzione visiva.
Più di frequente può capitare che il processo di guarigione in certi casi sia più lungo che in altri, con fastidi quali:
- arrossamento;
- lacrimazione;
- sensazione di corpo estraneo.
La terapia a base di colliri antibiotici e antinfiammatori postchirurgica dovrà essere, in questi casi, prolungata di qualche giorno.
I nostri consigli sono:
- ai primi sintomi consultare l'oculista;
- dopo la diagnosi seguire l'evoluzione della cataratta con visite periodiche;
- non rinviare troppo l'intervento.